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STRUTTURA DI PRESENTAZIONE DEL CASO DI SUCCESSO DI
FORMAZIONE DOCENTI
Luogo e data 20 luglio 2006
Nome e firma del compilatore - Mario MARTINI
docente t.i. I.S.I.S.S. Piedimonte Matese (Ce)
- Fernando OCCHIBOVE
docente t.i. I.S.I.S.S. Piedimonte Matese (Ce)
Ente del compilatore ISPEF
Istituto di Scienze Psicologiche dell’ Educazione e
della Formazione
Via Domenico Comparetti, 55/A – 00137 ROMA
Descrizione dell’esperienza
• Nome del caso studio
Professionalità docente: “Formatore dei Formatori”.
• Paese
Italia
• Contesto di riferimento/Tipologia di iniziativa (es.
EC/Programma nazionale/iniziativa regionale, ecc.)
Progetto provinciale per la specializzazione della
formazione docente.
• Attori coinvolti (Natura e nome del promotore e
dell’ente erogatore o iniziatore dell’esperienza/
esperienza di apprendimento; Principali categorie di
attori coinvolti nella fase di progettazione ed
erogazione, Partnership pubblica/privata o commerciale a
supporto dell’iniziativa)
L’ente che ha progettato e diretto l’iniziativa è l’ISPEF-Istituto
di Scienze Psicologiche dell’educazione e della
Formazione. Ente di formazione accreditato dal MIUR per
la formazione del personale della Scuola (D.M.
177/2000). L’esperienza ha coinvolto Dirigenti
Scolastici e docenti di scuole di ogni ordine e grado.
• Ragioni che hanno dato origine all’iniziativa
L’iniziativa vuole rispondere alle necessità di
rimodulare il sistema formativo.
La scuola deve fronteggiare l’eterogenea composizione
della popolazione scolastica, formando percorsi
educativi basati sulle diversità.
La presenza di minoranze svantaggiate e marginali, con
necessità di aiuto ed integrazione sociale, costituisce
una grande occasione per rivedere il modello formativo
come processo centrato sui bisogni, sulle aspettative e
sulle identità personali, in modo che ne prendano frutto
sia i soggetti implicati, sia gli studenti più dotati, i
quali potrebbero ancor meglio impegnare le potenzialità
nel sociale plurale.
Le problematiche gestionali della eterogenea
composizione della popolazione scolastica, non devono
essere lasciate al semplice volontarismo del personale
docente, ma bisogna fornire a questi la consapevolezza,
l’uso e la verifica dei propri stili comunicativi e
d’insegnamento per superare la numerosa e persistente
autoreferenzialità.
E’ d’uopo, allora, puntare sulla “formazione dei
formatori”, una formazione che affianchi alla
preparazione disciplinare, l’acquisizione di “competenze
riflessive” sul proprio intervento didattico ed
educativo, avente come finalità una comunicazione
efficace come collante delle relazioni.
Infatti, alla “metodologia didattica” bisogna affiancare
la “relazione didattica”, e cioè la capacità di
considerare l’intero campo di osservazione
dell’interazione insegnante-alunno, che s’incontrano non
alla pari, ma con pari dignità.
Solo allargando il campo di osservazione, includendo se
stesso (il docente), l’altro (l’alunno) e le formule
d’incontro, la relazione acquista la specificità di
“incontro osmotico”, teso alla comune crescita.
L’insegnante capace di relazionarsi e con spiccate
competenze riflessive può:
- intervenire su ciascun allievo con strategie calibrate
sulle sue peculiarità e non semplicemente giudicare,
tollerare o delegare;
- accrescere la motivazione ad apprendere dagli allievi
sollecitati proprio dal rapporto pregnante (non
limitatamente gratificante) con l’insegnante;
- individuare e prevenire il disagio, intervenendo
dall’interno delle relazioni: alunno-docente,
alunno-alunno, docente-genitori, alunni-genitori.
• Finalità e obiettivi
L’ISPEF negli a.s. 99/2000 e 2000/2001 ha realizzato
nella provincia di Caserta il progetto “Fare Scuola”,
consistente in un percorso biennale di formazione per
insegnanti di scuole di ogni ordine e grado, attraverso
il metodo della ricerca-azione per realizzare esperienze
scolastiche, utilizzando metodologie didattiche e
contenuti meteodologici, costruendo ipotesi
psico-pedagogiche e strategie d’intervento da
documentare poi scientificamente.
Dopo la realizzazione del Progetto “Fare Scuola”, i
dirigenti e gli operatori scolastici della Provincia di
Caserta avvertirono la necessità del passaggio da una
situazione di “Provincia Laboratorio” ad un vero e
proprio “Laboratorio Provinciale”, per realizzare una
attività di formazione continua del personale educativo
e predisporre un’organica struttura di riferimento per
l’innovazione didattica.
Il corso di formazione ha teso alla qualificazione
sistematica e la specializzazione professionale dei
docenti mediante il consolidamento del corso “Fare
Scuola” ed una permanente ed estesa sperimentazione
metodologica-didattica, che coniugasse l’autonomia
progettuale delle scuole con il rigore scientifico, per
rispondere adeguatamente a standard di qualità nel
recupero e nella ricerca metodologico-disciplinare.
Nell’ottobre del 2005, il Presidente dell’ISPEF dr.Fausto
Presutti, individuò un gruppo di Dirigenti e Docenti
(circa una ventina) che si erano particolarmente
distinti nei progetti Fare Scuola e da Provincia
Laboratorio a Provincia Laboratorio istituendo il Master
“Formatore Psico-pedagogico”.
L’obiettivo principale di tale operazione è stato quello
di approfondire le ricerche effettuate negli anni
precedenti per individuare i postulati principali per la
vera ed autentica professionalità docente.
La docenza è una professione e, come tutte le altre,
nasce sulla base di una domanda sociale.
La docenza, con il master, diventa pratica che attinge
alla conoscenza riflessiva dell’azione educativa, prende
atto dei collegamenti e della diramazione degli
apprendimenti provenienti dall’esperienza, ma avverte
anche, la necessità di riferirsi alla pedagogia, alla
psicologia ed alla filosofia dell’educazione.
Su queste premesse si giustifica la ricerca
nell’iniziativa dell’’introduzione anche nell’ambito
della docenza, come per ogni professione, di un codice
deontologico. Esigenza, questa, che l’Autonomia
Scolastica, ha avuto il potere di accentuare dilatando
lo spazio della libera iniziativa del docente, in tal
modo caricando ulteriormente di responsabilità il suo
operare. L’autentica responsabilità etica in questa
professione coincide con l’impegno per lo sviluppo
integrale della persona, per la promozione di quei <>
che riguardano l’essere personale dello studente. “
• Destinatari
Il Master è stato destinato ad un gruppo di 15/20 tra
Dirigenti e Docenti di scuole di ogni ordine e grado
della provincia di Caserta.
Essi sono divenuti Coordinatori ISPEF della provincia
casertana e basandosi sui percorsi già attuati dall’Ente
di formazione hanno elaborato 10 MODULI FORMATIVI che
costituiscono il fondamento strutturale della
Professionalità Docente, nel senso che ogni docente deve
saperli padroneggiare nella propria attività pratica.
• Data di inizio e termine (se l’esperienza è conclusa)
e durata
Il Master si è tenuto dall’ottobre 2005 al maggio 2006
• Contenuti e come la conoscenza è creata, trasmessa,
mantenuta e memorizzata
I 10 moduli formativi elaborati che costituiscono la
tematica del Master
sono i seguenti:
1) Pedagogia del contesto e di comunità: progettazione
del P.O.F., nel territorio ed in rete: contratto
formativo tra scuola e famiglia.
Il riconoscimento di una crescente autonomia (in termini
gestionali, organizzativi e finanziari) significa per la
scuola farsi carico della responsabilità di decidere
come assolvere la propria missione istituzionale in modo
attivo e propositivo, anche in coerenza con le
specificità locali in cui essa opera. In altre parole,
per interpretare il nuovo ruolo imposto dalla sfida
dell’autonomia la scuola, dovrà saper orientare le
proprie risorse (finanziarie, professionali e di
innovazione) rispetto alla dinamica evolutiva del
contesto di riferimento.
La progettazione del P.O.F. deve rispondere a criteri di
unitarietà, di affidabilità, di rendicontabilità, di
integrazione.
L’unitarietà implica la rispondenza tra bisogni
formativi rilevati e soluzioni adottate. L’affidabilità
si fonda sulla trasparenza, gli standard di
apprendimento e delle scelte curriculari. La
rendicontabilità richiede la definizione di indicatori
dei processi, delle competenze e delle responsabilità
dei diversi soggetti; L’integrazione esplicita ed
individua i destinatari delle attività rivolte al
territorio.
Pertanto, ai fini di una completa condivisione della
propria proposta formativa, è necessario intendere la
scuola come perno della rete di soggetti e servizi che
si occupano a vario titolo dell’integrazione sociale;
inserire, in modo organico e prioritario, le esigenze di
spazi e impianti da parte della scuola nei piani di
utilizzo o di riconversione del territorio e del
patrimonio edilizio pubblico; incorporare, nei programmi
di insegnamento e nelle attività aggiuntive, i tratti
fondamentali della cultura e dell’identità del
territorio; orientare la propria offerta formativa
curricolare alle esigenze dello sviluppo economico e
sociale del territorio.
Ciò non significa cedere alla tentazione di una
“mercatizzazione” della conoscenza e dell’educazione,
bensì evitare che la scuola diventi un corpo separato
dalle dinamiche della società e integrare le esigenze di
formazione da essa espressi nel quadro dell’offerta
formativa del territorio.
2)metodologie educative: osservazione-ascolto,
ricerca-azione, documentazione scientifica.
L’osservazione-ascolto è una modalità scientifica per
comprendere personalità e capacità dell’alunno, in un
determinato contesto, con quel docente e finalizzato a
stimolare un adeguato e costruttivo rapporto educativo.
Ogni osservazione-ascolto permette di realizzare un
fotogramma educativo
ed il confronto tra le varie osservazioni-ascolto dei
diversi docenti può generare proficue discussioni su
metodi e stili d’insegnamento.
Le finalità delle osservazioni-ascolto sono:
la strutturazione dell’ambiente scolastico
l’individuazione dei ruoli sociali nella classe
il riconoscimento sintetico della personalità e della
capacità di ogni bambino
l’individuazione dei rapporti psico-sociali tra i
bambini
l’individuazione dei gruppi e delle dinamiche
relazionali all’interno della
classe
l’esplicitazione di valutazioni da parte del docente
sui rapporti psico-sociali
con i bambini e con i gruppi da loro formati.
3) Psicologia relazionale e della comunicazione:
gestione delle dinamiche socio relazionali nella classe.
Una finalità educativa dell’insegnamento è quella di
porre gli alunni nella condizione di orientarsi
all’interno delle interazioni psico-sociali con i
compagni, così da consentire ad ogni bambino di
percepire, influenzare e dirigere il clima
socio-affettivo nella classe. L’orientamento psicologico
all’interno dell’ambiente classe è determiato dalla
consapevolezza dei comportamenti che ognuno attuerà
nella realtà sociale.
4)Progettazione educativa: percorso formativo
personalizzato e di classe.
L’elaborazione del progetto educativo personalizzato
effettua in base all’identifi-
cazione del ruolo di socializzazione, del ruolo di
apprendimento e dello stile cognitivo dell’alunno
insieme alla valutazione del rendimento scolastico; ciò
consente di strutturare il progetto educativo
personalizzato sull’asse della socializzazione,
dell’apprendimento e della competenza
didattico-disciplinare.
5)Docimologia: valutazione formativa degli alunni e
della classe
La Valutazione Formativa concorre a modificare e a
rendere efficace il percorso didattico rispetto alle
diverse esigenze degli alunni.
Per essere formativa la Valutazione deve avere chiaro
che:
- Valutare comporta programmare;
- Valutare implica la conoscenza approfondita degli
alunni;
- Valutare significa essere attenti alla qualità dei
processi attivati ed allo
sviluppo integrale dell’alunno.
6)Metodologie psicopedagogiche: colloquio,questionario,
comunicazione in rete.
L’utilizzo delle tecnologie a distanza nella scuola è
connotato per lo più come la fascia delle attività che
vanno sotto l’ambito dell’e-learning.
Il sistema delle reti e la facilità di realizzare
mailing list o forme di forum e di apprendimento e/o di
lavoro cooperativo consente la creazione di gruppi di
apprendimento funzionali alla formazione del personale
docente sui grandi numeri, ma consente soprattutto la
creazione di gruppi di interesse creati in funzione di
istanze progettuali o nati spontaneamente nelle scuole o
tra scuole su un problema.
7)Psicologia dello sviluppo: Processi psicocognitivi di
apprendimento degli alunni.
L’universo mentale è identificabile mediante l’unione,
l’analisi ed il confronto della mappa cognitiva con la
mappa dei processi cognitivi.
La mappa cognitiva e la mappa dei processi cognitivi
sono due strumenti psicologici fondamentali per la
comprensione delle capacità e della personalità
dell’individuo.
La mappa cognitiva è caratterizzata dalle capacità
logiche ed intellettive maturate e strutturate
dall’individuo.
La mappa dei processi cognitivi è caratterizzata dai
modi in cui si formano e si sviluppano le capacità
mentali di ogni individuo.
Utilizzare in campo educativo, le mappe cognitive e i
processi cognitivi degli alunni e dell’insegnante è
indispensabile per cogliere i metodi e le strategie di
conoscenza attuate durante le esperienze scolastiche.
8)Psicometria: test educativi per gli alunni.
Il Test Educativo è una prova psico-pedagogica,
scientificamente valida e significativa, che consente di
poter identificare e valutare:
- il contesto educativo
- il rapporto insegnante-alunno-gruppo
- le motivazioni e gli interessi di ogni alunno
- le esigenze e le aspettative dell’insegnante
Mediante l’osservazione, l’analisi e la valutazione
delle attività e dei risultati ottenuti nei Test
Educativi si possono comprendere le seguenti
caratteristiche degli alunni:
a) le competenze acquisite e le capacità in evoluzione,
b) i metodi e le strategie di conoscenza,
c) gli stili di personalità e di comunicazione.
I Test Educativi consentono di analizzare e di valutare
l’alunno per ciò che esprime, considerando
l’apprendimento nella globalità della sua personalità.
9)Professionalità docente: Questionari attitudinali per
gli insegnanti.
10)Sociologia del sistema Scolastico: la scuola e la
qualità
I principi di gestione della qualità, ossia le norme a
cui bisogna attenersi per
adottare la filosofia della qualità nella scuola, sono
otto:
1. Organizzazione orientata al cliente
2. Leadership
3. Coinvolgimento del personale
4. Approccio basato sui processi
5. Approccio sistemico al management
6. Approccio alle decisioni basato sui fatti
7. Miglioramento continuo
8. Rapporto di reciproca utilità con il cliente.
I 10 moduli sono esplicitati completamente nel sito
www.ISPEF.IT
• Strategia didattica utilizzata (es. autoapprendimento,
apprendimento collaborativo, videolezione, blended
learning, etc.), modalità di apprendimento (uno a uno,
uno a molti, collaborativo)
Il Master si è basato sulla formazione dei coordinatori
mediante il metodo dell’approfondimento riflessivo, di
quanto è derivato dalla ricerca-azione operata nei
precedenti “Progetto Fare Scuola” e “Provincia
Laboratorio” e, mediante, il costante rapporto
professionale con i colleghi e gli esperti
E’ stato possibile anche una attività a distanza con uno
scambio di proposte e di riflessioni sulle diverse
tematiche del percorso formativo tra tutti i corsisti,
nel rispetto di alcune caratteristiche proprie del
progetto, ovvero “flessibilità e personalizzazione” (nel
senso della capacità dell’intervento formativo di
adattarsi ai tempi, alle risorse e ai bisogni del
partecipante, tenendo in debita considerazione la sua
esperienza professionale), e “comunicazione e
collaborazione” (infatti è stato possibile attivare
anche gruppi di lavoro con l’intento di orientare verso
un obiettivo comune le professionalità coinvolte).
Sono stati poi individuati i docenti destinati a ciascun
modulo che hanno così provveduto alla stesura
definitiva.
I lavori sono stati poi rivisti in sedute comuni con il
Presidente e con il Direttore e, impaginati nel sito
ISPEF con l’ausilio di Coordinatori esperti in
telematica.
• Modalità di erogazione (es. regole di partecipazione,
vincoli, valori di riferimento) e ruolo svolto dai
diversi attori coinvolti e dai partecipanti
Il percorso formativo, riservato a docenti di scuole di
ogni ordine e grado e che abbiano già concluso con esito
positivo i precedenti due corsi ISPEF attivati in
provincia di Caserta (“Fare Scuola” e “Caserta provincia
laboratorio”), è stato articolato in:
- n° 300 ore strutturate con lezioni d’aula e percorso
e-learning;
- n° 400 ore di sperimentazione e ricerca didattica e di
documentazione scientifica;
- n° 100 ore di attività di tutor/coordinatore
scolastico.
Quali valori di riferimento sono stati considerati: la
formazione pluridisciplinare, l’acquisizione di processi
pedagogici-didattici, attitudini e competenze richieste
per guidare e supportare i corsisti e la capacità di
comprendere la dimensione sociale e culturale
dell’istruzione.
Attori coinvolti e destinatari hanno avuto ruoli diversi
in una prima fase (propri delle competenze) e sempre più
ruoli simili con il procedere del percorso formativo
(per l’acquisizione delle medesime competenze da parte
dei secondi).
• Ruolo svolto dalle risorse didattiche (consulenza,
supporto tecnico, etc.)
Per la buona pratica, le risorse possono essere
classificate in tre categorie
- umane: consulenti/esperti e tutor dell’ISPEF che,
oltre a fornire il necessario supporto culturale,
tecnico e scientifico, hanno svolto le attività di
formazione, moderato i forum e messo a disposizione
documentazione e strumenti idonei alle attività di
approfondimento e personalizzazione del
-
- percorso formativo. Ma sono stati necessari anche il
personale ATA, i genitori, gli alunni.
- strumentali: pc, rete Internet ed Intranet, Portali e
Web, biblioteca, laboratori multimediali, sale video,
materiale cartaceo.
- di contesto: che hanno favorito la realizzazione del
percorso formativo, fornendo contributi a supporto delle
azioni/attività programmate, aiutato lo sviluppo del
processo alimentando una circuitazione ed una estensione
dell’attività stimolando la creazione di una rete di
soggetti.
• Tipologia dei servizi forniti (come sono stati
misurati e resi visibili al pubblico)
Ai corsisti sono stati forniti materiali di studio
capaci per utilizzare metodi e strumenti per la
valorizzazione della dimensione del fare, misurati
attraverso una riflessione critica e condivisione delle
conoscenze acquisite dai corsisti (nei forum e nelle
comunità di pratica) e con il raccordo delle conoscenze
acquisite alla pratica lavorativa quotidiana.
E’ stata creata una rete di scuole – sedi dei corsisti –
che hanno potuto scambiarsi esperienze ed azioni di
ricerca scientifica coinvolgendo l’intero corpo docente
nei processi innovativi.
Inoltre è stato allestito un sito Web per la raccolta
del materiale prodotto, il trasferimento delle
esperienze maturate e per l’accesso ad una più vasta
rete di dati, documenti e materiali.
• Risultati raggiunti
Il percorso è stato calibrato su un’avanzata fase di
elaborazione psico-pedagogia dei problemi relativi
all’insegnamento-apprendimento, sulla progettazione
delle iniziative scolastiche, in base alle esigenze ed
ai bisogni e sul perseguimento di un miglioramento
continuo del sistema scuola.
Non si può parlare già di raggiungimento di risultati
perché il progetto “Il formatore dei formatori” per sua
stessa formulazione è un progetto in progress
costituendo una pietra lanciata nello stagno e che
produce effetti sul pelo dell’acqua con cerchi
concentrici di diametro sempre maggiore.
Ci si auspica, il raggiungimento, per l’insegnante di
una “razionalità pratica” mediante la predisposizione di
strumenti d’applicazione e controllo in relazione a
criteri di efficienza-efficacia.
Tale razionalizzazione va attuata con la progettazione,
l’osservazione e l’intervento in itinere, la misurazione
dei risultati per giungere alla tecnologia
dell’insegnamento.
• Modalità e tipologia di valutazione e certificazione
dei risultati/apprendimento (se prevista)
La valutazione è avvenuta attraverso verifiche multiple
in rapporto alle attività svolte:
- monitoraggio e supporto delle attività e
sperimentazioni realizzate dai corsisti. Risposte
efficaci e significative dei formatori;
- valutazione ed autovalutazione in itinere del percorso
formativo. Tabulazione dei risultati ed eventuale
riprogettazione del percorso;
- correzione della documentazione prodotta dai corsisti.
Stimolazione alla comprensione dell’errore;
- valutazione finale del percorso formativo, dei
progetti e delle attività realizzate dai corsisti, con
indicatori e criteri scientifici.
Ma sono risultate utili anche riflessioni parlate ed
occasioni sistematiche ed occasionali.
• Modalità e tipologia di valutazione della
soddisfazione/gradimento dei partecipanti
Ai corsisti sono stati somministrati questionari di
gradimento/soddisfazione per le attività previste dal
percorso al termine di ciascuno dei dieci moduli
formativi ed uno per l’intera proposta.
• Cambiamenti intercorsi durante la realizzazione
dell’esperienza/evoluzione (in termini di finalità,
attività, destinatari, uso delle tecnologie, etc.)
Al termine del percorso formativo, grazie anche
all’utilizzo delle nuove tecnologie, si sono registrati
sensibili e sostanziali cambiamenti nell’esperienza del
quotidiano da parte dei corsisti, per aver offerto loro
la possibilità di violare il regime di isolamento che
spesso sembra costringere una professionalità così
intimamente esposta a problematiche di complessa
gestione emotiva e pragmatica.
TECNOLOGIE
• Tecnologie utilizzate
Sono state utilizzate le nuove tecnologie (pc fissi e
portatili, videoproiettori, fotocamera digitale,
macchina fotografica digitale, rete Internet ed
Intranet, sito Web allestito, fotocopiatrici, lavagne
luminose) e i più moderni canali/processi di
comunicazione che esse consentono.
• Ruolo svolto dalle tecnologie (es.: Modalità di
comunicazione fra i partecipanti, etc.)
Lo scambio di lavoro prodotto è stato reso possibile,
spesso in tempo reale, dal ruolo fondamentale svolto
dalle nuove tecnologie che hanno permesso ai corsisti il
confronto sulle tematiche del percorso formativo, anche
oltre i previsti incontri di gruppo. Inoltre esse sono
servite a creare la rete tra le scuole e a documentare
ed archiviare i documenti prodotti.
IMPATTO
• A livello macro (se rilevante): impatto a livello
locale, regionale, nazionale, etc.
La buona pratica ha avuto una positiva ricaduta
sull’attività delle scuole coinvolte nel percorso
formativo contribuendo spesso ad innovare i processi di
formazione, le azioni di valutazione e di
organizzazione, e i modelli di approccio, lettura e
interpretazione della realtà.
Ha anche stimolato la creazione di reti e di partneriati
tra scuole, associazioni, enti locali per azioni rivolte
al territorio, alla regione ed oltre i confini della
stessa.
• A livello micro: impatto sui destinatari/partecipanti,
studenti, scuole, etc.
Tutti i corsisti hanno apprezzato la struttura e le
tematiche per percorso formativo, con particolare
riguardo alla innovazione metodologica ed alla
scientificità dei risultati, finalizzate
all’acquisizione della capacità di osservare ed
ascoltare ciò che l’alunno comunica, trovando momenti di
dialogo con tutti gli alunni , in quanto occasioni
importanti in cui entrare in stretto contatto con ognuno
di loro, e modulando sempre il proprio intervento
educativo sul rispetto dell’altro.
Ma anche alla consapevolezza di riflettere sulle proprie
modalità educative e interattive adottate in classe,
considerando che uno stile educativo aperto e
flessibile, oltre a creare un clima di classe positivo,
si associa ad una maggiore sensibilità nei confronti del
disagio degli alunni, evitando la messa in atto di
interazioni con gli alunni potenzialmente disfunzionali
per la loro crescita e l’apprendimento.
Inoltre, i corsisti hanno avuto modo di riflettere sul
proprio stile educativo che richiede certamente la loro
capacità di mettersi in gioco e di ridiscutere, di volta
in volta, le proprie modalità relazionali strutturate
nel corso della professione.
• Come è stato misurato l’impatto
Con la consapevolezza del docente di essere diventato
realmente un adulto significativo nel percorso di
crescita cognitiva, affettiva e sociale dell’alunno,
rapportandosi alla quotidianità precedente e al rapporto
relazionale con le istituzioni, con i colleghi e con gli
alunni.
• Elementi di innovazione (rispetto al contesto,
destinatari, sistema educativo di riferimento, uso delle
tecnologie, metodologie e processi, organizzazione, etc.).
Compilare questa parte solo se l’iniziativa/esperienza
di apprendimento presenta aspetti innovativi
Uno degli elementi innovativi proposti dal percorso
formativo è stato senz’altro quello di produrre
risultati scientifici, misurabili e confrontabili.
Di rilievo anche l’imparare le competenze:
- apprendere dall’esperienza (concettualizzazione
astratta, riflessione, esperienza concreta,
riflessione);
- apprendere dagli altri (modello concettuale, pratica,
supporto degli altri, sperimentazione);
- apprendere ad apprendere (modello concettuale, studio,
pratica, autovalutazione),
che hanno condotto il docente ad una nuova figura di
“insegnante multiruolo” con nuove diverse dimensioni:
- pedagogica: le ragioni dell’insegnamento e i fattori
di apprendimento;
- epistemologica: la struttura della disciplina e la
metodologia di ricerca;
- psico-didattica: la psicologia del discente e le
scelte dei metodi e delle tecniche;
- socio-culturale: l’influenza dell’extra scuola e i
rapporti con il territorio;
- tecnologica: l’uso degli strumenti, del linguaggio e
delle tecnologie comunicative;
- valutativa: lo sviluppo dell’autodeterminazione e
dell’auto-orientamento.
• Elementi di “pratica significativa”
Per la valorizzazione dell’esperienza, poiché la stessa
non definisce modelli da impiegare passivamente in tutte
le situazioni e in tutti i contesti, è opportuno
attenersi alle regole della “pratica significativa” che
permette di porre la proposta all’attenzione delle altre
istituzioni didattiche e/o organizzative attivate in
ambienti diversi e maturate in regime di autonomia
organizzativa, didattica e di ricerca delle scuole
sempre tenendo in debito conto la metodologia della
RicercAzione e del Problem Finding che permette di
facilitare la pianificazione e il coordinamento del
progetto attraverso una chiara definizione degli
obiettivi, per cui vanno assolutamente evidenziati
alcuni elementi chiave:
- la trasferibilità: le caratteristiche della formazione
dei formatori fornite nell’iniziativa possono essere
trasferite nei contenuti e delle esperienze della
Professionalità Docente, delle Metodologie Educative,
della valutazione Formativa e della Docimologia;
- la coerenza: che è massima quando il progetto è
costruito in modo logico e perciò con una proceduta ben
strutturata di un percorso di innovazione del
miglioramento della qualità della professionalità
docente e del sistema formativo all’interno della
scuola;
- l’efficienza: nei risultati di sviluppo del percorso
formativo degli alunni mediante un approccio coordinato
a livello psicopedagogico tra docenti e formatore dei
formatori;
- l’ efficacia l’efficacia nel raggiungimento degli
obiettivi formativi che si pone il sistema scolastico.
• Elementi/principali ragioni del successo di questo
caso studio (perché questa esperienza/iniziativa è stata
scelta)
La “buona pratica”, prima, e la “pratica significativa”,
dopo, rappresentano una importante novità anche nel
mondo scolastico per il fatto che vedono le scuole
protagonista “in proprio” del loro processo di
innovazione, che viene così salvaguardato e rafforzato:
esse rappresentano un efficace laboratorio di ricerca e
di approfondimento capaci di veicolare sul territorio le
“pratiche significative” osservate nelle diverse
tipologie di attività didattica arrivando, a volte, alla
costituzione di comunità di pratiche di docenti.
Il percorso formativo proposto prevede/consente:
- l’attivazione di un processo di ricerca attiva presso
le scuole per creare un ambiente positivo e costruttivo
con la partecipazione di tutte le componenti (alunni,
docenti, genitori), di componenti esterni del mondo del
lavoro e di altre figure utili per migliorare la qualità
dell’apprendimento, della formazione e del capitale
umano;
- l’analisi dei problemi, da cui scaturisce la logica
dell’intervento;
- una relazione di causa-effetto tra i problemi e quindi
tra gli obiettivi;
- una programmazione per obiettivi, secondo la quale è
opportuno stabilire prima gli obiettivi e identificare
solo dopo le attività da realizzare per il loro
raggiungimento;
- di affrontare ogni tematica in modo integrato;
- di definire il rapporto tra i docenti in maniera
positiva in quanto si opera nella stessa comunità per la
risoluzione di problemi comuni a questa realtà;
- di avere in maniera sintetica elementi di valutazione
delle azioni di progetto definendo azioni correttive;
- risultati di validità scientifica;
- un modello di “docente efficace” e “docente
ricercatore”.
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